Resoconto Assemblea “Esodati” Eni – Lodi – 25 ottobre 2013
In data 25 ottobre 2013 è stata convocata presso la Camera del Lavoro CGIL di Lodi una riunione per illustrare l’accordo sulle mobilità 2010/2011 siglato dalle Segreterie Nazionali Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltem Uil con ENI in data 27 giugno 2013.
Il Segretario Nazionale CGIL Gabriele Valeri ha spiegato che l’accordo riconferma le clausole di garanzia previste nell’originario verbale di chiusura della procedura di mobilità e dalle lettere individuali, confermando fino ai nuovi termini individuali di pensionamento sia il pagamento della contribuzione volontaria in carico ad ENI anche per un periodo superiore ai sette anni che il riconoscimento d’ulteriori incentivazioni oltre i sette anni già preventivati dall’accordo.
Sancisce inoltre l’istituzione da parte di ENI di una mail box per rispondere ai quesiti di chi è stato posto in mobilità. In merito a quest’ultimo punto, Valeri segnala che la mail box è già attiva ma, da prove effettuate, non sono giunte finora risposte ai quesiti; promette di segnalarne gli estremi.
Valeri lamenta inoltre il mancato ottenimento di compensativi rispetto alle penalizzazioni monetarie sulle pensioni introdotte dalla Riforma Fornero. ENI ha espresso l’intenzione di valutare il problema ma finora non ha fornito risposte concrete. Valeri valuta positivamente l’introduzione di una tabella compensativa con mensilità aggiuntive previste dal nuovo accordo sulla mobilità 2013/2014 per chi raggiunge la pensione con età inferiori ai 62 anni. Ritiene legalmente esigibile l’estensione di tali contromisure anche ai lavoratori che sono stati collocati in mobilità nel periodo 2010/2011 ed impegnerà CGIL ad una discussione sulla materia con ENI.
Gli interventi successivi da parte dei partecipanti evidenziano le seguenti criticità:
- si ritiene necessario che, al di là della questione mobilità ENI che presenta comunque delle vie di uscita praticabili, CGIL mantenga alta la guardia ed effettui ulteriori mobilitazioni in merito alla vicenda esodati, cercando anche di creare un movimento di opinione che porti all’eliminazione della riforma Fornero;
- si segnala che le penalizzazioni introdotte non sono sanabili con le sole tabelle previste dall’accordo 2013/2014. Le penalizzazioni, infatti, riguarderanno non soltanto le percentuali fino al 6% applicabili per effetto dell’età ma anche pesanti decurtazioni introdotte dal passaggio al sistema contributivo che per alcuni esodati potrebbe agire per un periodo lungo anche di 8/12 anni nonché le riduzioni introdotte e chi va in pensione prima dei 62 dal mancato conteggio nel calcolo retributivo dei periodi di congedo per maternità facoltativa, legge 104 e riscatto laurea. Molti presenti ritengono utile valutare una verifica legale della situazione, ipotizzando anche dei recuperi più cospicui;
- pur apprezzando la ripetizione dell’incentivazione per i periodi di prolungamento introdotti dalla riforma, si ritiene indispensabile prevedere una forma di rivalutazione dell’originario stipendio su cui calcolare le mensilità aggiuntive, alla luce del fatto che l’ulteriore pagamento potrebbe avvenire tra un cospicuo numero di anni (fino ad oltre 4);
- si ritiene indispensabile organizzare in maniera più efficace il monitoraggio delle domande di accesso al pagamento della contribuzione volontaria effettuate da ENI. La questione dovrebbe interessare, a partire da maggio 2014, una gran parte dei collocati in mobilità ed è stata oggetto di richieste di documentazione da parte di alcuni esodati nei confronti di ENI. Dalle risposte avute da ENI, è stato possibile ottenere una documentazione singola con la domanda di attivazione dei contributi volontari solo firmata ma non timbrata e vidimata, nonché un documento ENI cumulativo in cui l’azienda richiede ad INPS l’apertura di circa 600 contribuzioni volontarie. Si ritiene che sia necessario avere la lista dei lavoratori, nominativo per nominativo, completa dei periodi per cui è stata richiesta per controllare eventuali nominativi mancanti e poterli segnalare. Questa lista potrebbe essere consegnata al Segretario Nazionale che si premurerebbe di mandarla ai Comitati Esodati interessati presso i Patronati per le verifiche del caso.
Si chiede infine un intervento della Segreteria Nazionale CGIL a favore di quei lavoratori collocati in incentivazione prima dell’apertura della mobilità. Molti di loro, infatti, che originariamente dovevano attendere solo l’apertura della finestra, sono stati costretti a pagare anche anni di volontaria non previsti. Pur essendo una procedura unilaterale ed aperta a chiunque ne facesse richiesta, ENI non può disconoscere che in numerosi casi la finalità era il pensionamento. In queste situazioni ENI dovrebbe intervenire evitando di lasciare i lavoratori senza assistenza, specie ove si è in presenza di malattie o problemi famigliari gravi.
Infine interviene Stefano Ruberto di INCA CGIL di Lodi che specifica la situazione in merito a salvaguardie e penalizzazioni. Segnala che chi ha ottenuto da INPS la lettera di salvaguardia (allegato 1) può considerarsi nel vecchio sistema pensionistico; deve solo attendere una seconda missiva da parte di INPS che indichi la data (allegato 2). In ogni caso consiglia a chi ha ricevuto la prima lettera di fare in ogni caso domanda di pensione alla scadenza prevista con il vecchio sistema pensionistico, perché talora la seconda lettera che evidenzia la data di uscita tarda ad arrivare.
Chi non ha ottenuto la lettera di salvaguardia da INPS deve attendere nel caso in cui il pensionamento previsto sia oltre dicembre 2014; viceversa è meglio che contatti un Patronato per verifica.
Consiglia inoltre di attivare la clausola di salvaguardia con il pagamento dei contributi volontari da parte ENI tutti coloro che non avevano la lettera aziendale di contribuzione volontaria all’atto della firma della mobilità (vedi lettera esempio allegato 3), non hanno ricevuto lettere da INPS e raggiungono il termine del periodo di mobilità. Rammentiamo che la clausola di salvaguardia contributiva va attivata mandando ad ENI una Raccomandata con ricevuta di ritorno; chi si troverà in questa situazione contatti Catherine Rodi (0377-66053).
In merito alle penalizzazioni Ruberto segnala che, stante la norma attuale, chiunque vada in pensione da gennaio 2018 in poi con età inferiore ai 62 anni, subirà una penalizzazione sul calcolo della pensione per la parte retributiva pari ad 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo rispetto all’età di 62 anni, incrementata di altri 2 punti percentuali per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto a 60 anni. Per tutti coloro i quali andranno in pensione entro il 31.12.2017 potranno incorrere nel meccanismo della penalizzazione se al momento della maturazione del diritto hanno meno di 62 anni di età e nella carriera lavorativa vantano periodi di mobilità, cassa integrazione straordinaria o in deroga, riscatto laurea, congedi ai sensi della legge104, distacchi politici e sindacali.
Per chi si reca in pensione prima del 2017, sarà possibile evitare penalizzazioni prima dei 62 anni solo nel caso in cui l’intera carriera lavorativa è stata maturata con soli periodi di lavoro, considerando come equiparati a lavoro anche congedo obbligatorio per maternità, servizio militare, cassa integrazione ordinaria e da ultimo considerati congedi parentali (maternità e paternità), donazione sangue.