Lettera ai mobilizzati Eni

Cari mobilizzati,

buon anno e buona vita nuova per chi ha iniziato nel 2012.

Beati voi !!!

Cercherò con questa mia di rendervi edotti sugli impatti che la riforma Monti avrà su di voi e sulle contromisure che ad oggi sono state poste in campo.

Intanto le condizioni al contorno: la riforma Monti non riguarda chi entro il 31.12.2011 ha raggiunto il requisito pensionistico (non la finestra, basta il requisito!).

Per chi si trova in queste condizioni varranno i criteri vecchi e le vecchie scadenze anche se continua a lavorare.

Tutti gli altri andranno in pensione con i nuovi criteri che prevedono:

  1. Eliminazione delle quote ovvero per intenderci il doppio requisito di almeno 60 anni di età e almeno 36 di contributi per fare quota 96.
  2. Eliminazione delle finestre, ovvero quei periodi da 12 a 15 mesi di attesa per l’erogazione materiale della pensione dopo avere raggiunto i requisiti.
  3. Modifica del criterio di pensionamento di vecchiaia, che da quest’anno è fissato in 66 anni per gli uomini e 62 per le donne. Per queste ultime sono previsti incrementi di 18 mesi ogni 2 anni in modo da parificare nel 2018 la situazione rispetto agli uomini. Sia per uomini che per donne è poi previsto un aumento variabile di 3 mesi nel 2013 ed uno ulteriore di 4 mesi nel 2016 connessi con l’aumento dell’aspettativa di vita media. Ne consegue che a regime nel 2018, uomini e donne andranno in pensione di vecchiaia all’età di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi. Oltre quella data è previsto un ulteriore aumento di 4 mesi per tutti nel 2019 e quindi di 3 mesi ogni 2 anni per i successivi 8 anni; nel 2027 si andrà in pensione a 67 anni e 11 mesi. Quindi ulteriori due scalini biennali di due mesi porteranno al 2031 all’età finale di 68 anni e 3 mesi.
  4. Modifica del criterio di pensionamento per anzianità contributiva dagli attuali 40 anni più 13 di finestra; nel 2012 saranno necessari 41 anni e 1 mese di contributi versati per le donne e 42 anni e 1 mese per gli uomini. Dal 2013 questi criteri si innalzeranno con l’aspettativa di vita, rimanendo comunque superiore di un anno la contribuzione minima richiesta per gli uomini rispetto a quella necessaria alle donne (2013 +4 mesi; 2014 +1mese; 2016 +4 mesi; 2019 + 4mesi). Nel 2019 avremo a regime 43 anni e 2 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.
  5. Introduzione per tutti dal 1.1.2012 del calcolo contributivo, anche per chi aveva il sistema retributivo puro, ovvero per chi a fine 1995 aveva già 18 anni di contributi. Il calcolo contributivo sarà effettuato sul solo ammontare dal 2012 in poi. Non cambierà nulla nei calcoli per chi era già in regime contributivo puro (assunti dal 1.1.1996 in poi) o misto (che al 31.12.1995 aveva meno di 18 anni di contribuzione).

Chi al 31.12.2011 si trovava in mobilità, in contribuzione volontaria o aveva firmato il recesso per accedere alla mobilità sulla base di un accordo precedente al 6.12.2011, ovvero tutti i mobilizzati ed incentivati di ENI, può fare domanda ad INPS per rimanere nel vecchio sistema. INPS deciderà di volta in volta per ciascuno quale sistema adottare tenendo conto che sono previste delle quote massime di lavoratori ammissibili ogni anno e di spesa. Per capire come accedere e chi potrà accedere sarà necessario attendere i decreti attuativi e le circolari INPS; tempi stimati attorno a marzo/aprile.

A questo punto come CGIL abbiamo chiesto ad ENI cosa intende fare. Ad oggi i punti saldi sono i seguenti:

  1. ENI ha chiesto ad INPS di far accedere in blocco tutti i mobilizzati del Gruppo alle quote di chi sfrutterà le vecchie finestre. Si attende una risposta da INPS dopo le circolari attuative, ovvero riteniamo entro aprile 2012. Se INPS dovesse accettare, tutti quanti andranno in pensione con le vecchie regole. Se INPS non dovesse accettare, ciascuno potrà comunque singolarmente fare domanda ad INPS ma come e quando lo sapremo soltanto dopo l’uscita delle circolari attuative.
  2. Una seconda risposta che abbiamo ottenuto riguarda gli incentivi; ENI ha confermato che verranno ricalcolati anche gli incentivi per gli anni successivi all’ottavo e quindi, nel caso qualcuno dovesse essere costretto ad applicare le nuove regole, potrà essere coperto per tutta la durata del periodo di attesa.
  3. Infine, molti di coloro che hanno lasciato l’azienda prima di agosto 2011, hanno già ora diritto a soldi in aggiunta in virtù delle due riforme estive del vecchio governo (chi è uscito dopo i ricalcoli li ha già avuti retribuiti nell’incentivo). Noi abbiamo chiesto all’azienda che questi soldi vengano subito saldati; l’azienda ci ha risposto che la lettera con la clausola di salvaguardia controfirmata prevede il pagamento all’atto della data prevista con i vecchi criteri. Noi però abbiamo comunque richiesto un saldo complessivo a breve per evitare di centellinare i ricalcoli nel tempo con il rischio di dimenticanze o errori. Stiamo attendendo risposta.

In ogni caso un consiglio in attesa di altre comunicative successive::

  • per chi accedeva alla pensione durante il periodo di mobilità: fare domanda di pensione due mesi prima ed, in caso di respingimento da parte INPS, farsi sentire con i delegati CGIL.
  • per chi accedeva alla pensione dopo la mobilità, recarsi ad INPS qualche mese prima del termine dei 3 anni di mobilità e chiedere di sapere in quale sistema si ricade. Se si è stati spostati nel nuovo sistema, contattare con urgenza i delegati CGIL o l’azienda.

Spero di avere contribuito a chiarire la questione e vi allego una nota seppure provvisoria di FLC/CGIL che mi pare abbastanza chiara.

Di alcuni ho perso la mail; fatemela avere oppure girategli la comunicazione.

Saluti da tutti e buon 2012.

RED FOX